Concorsi per lavorare nei musei: quanto è difficile?

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Di recente, molti partecipanti ai concorsi MiBACT per lavorare nei musei si sono lamentati per la difficoltà dei quesiti delle prove da sostenere. Questo, per via del fatto che la posizione lavorativa per la quale concorrere è semplicemente quella di assistenza alla fruizione, all’accoglienza e alla vigilanza. Tuttavia, le domande dei test sono state molto specifiche e spesso non pertinenti, al punto da risultare complesse anche per chi ha seguito un percorso di studi legato all’arte.

Persino il noto critico d’arte Sgarbi si è reso portavoce di questo malcontento durante la trasmissione PIAZZAPULITA su La7. Di seguito, l’estratto della trasmissione, in cui viene efficacemente esposto il problema:

Senza dubbio ci troviamo in un periodo piuttosto critico per il lavoro. Spesso si sente parlare di dirigenti “incapaci” (che hanno fatto carriera senza possedere una preparazione culturale o delle competenze adeguate) e al tempo stesso di laureati che non trovano un’occupazione.

Da notare che, per il concorso preso in esame nel video, nonostante la presenza di domande sulla storia dell’arte, non veniva riconosciuto come elemento preferenziale (a parità di punteggio) il possesso di un titolo di studio in belle arti o affine. Al contrario, avevano diritto di precedenza altre categorie secondo un criterio non specifico.

Ovviamente non è mai bene generalizzare, ma sembra che ormai il livello di difficoltà dei concorsi sia poco coerente con la posizione lavorativa a cui sono destinati. Tanto da sminuire l’importanza della propria preparazione, arrivando a un punto in cui la fortuna (di conoscere l’argomento della domanda) acquisisce un peso maggiore.

 

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Pubblicato da AboutART

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