Le regole del cavaliere – Cosa contiene davvero

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Le regole del cavaliere. L’ultima lettera di sir Thomas Lemuel Hawke

Romanzo di Ethan Hawke

Questo è un libro molto interessante sul quale non ho tuttavia trovato una recensione che ne descriva correttamente il contenuto. Viene presentato come fosse la lettera di un cavaliere ai propri figli. Scopo della lettera sarebbe quella di trasmettere i valori su cui si fonda la vita di un cavaliere e le regole da seguire affinché si possa definire tale.

…ecco dunque cosa contiene davvero

La struttura della lettera viene percepita relativamente dal lettore e solo grazie ad alcuni momenti in cui l’autore si rivolge direttamente ai figli. Sarebbe stato utile fare uso di punteggiature e spaziature tipici delle lettere. Prevale invece la forma romanzata, che non guasta ma rivela un mancato sforzo nella cura della forma che l’autore si era prefissato.

Spiegazione invece molto importante e stranamente mancante, quella sul contenuto. Otto su dieci (e forse più) questo è un libro di filosofia orientale, nello specifico di orientamento buddista zen. Le “regole del cavaliere” presenti in questo libro, sono in realtà alcune delle (ormai classiche) perle di saggezza dei monaci zen, presentate però con una veste occidentale. 

Si potrebbe dire dunque che i protagonisti di questo libro non sono cavalieri medievali, ma piuttosto monaci che indossano un’armatura

Nulla di realmente innovativo nella sostanza. All’autore si deve invece la volontà di trasporrere quei contenuti per un pubblico occidentale e soprattutto in un periodo storico che io amo molto: il medioevo.

Certo, ci sono forti dubbi che un tempo tutti i cavalieri rispettassero il codice cavalleresco. Per non parlare di quanto queste regole potessero essere simili a quelle (tanto fiabesche) che dal romanticismo sono rimaste così impresse nel nostro immaginario. Inoltre trovo ancora meno probabile che ci fosse quell’impostazione mentale tipica delle filosofie d’oriente. I due sistemi di pensiero non sono sempre compatibili, come ad esempio quando si verifica un conflitto. Ecco allora che in alcune pagine viene meno la presa di posizione pacifista dei monaci ed emerge il lecito uso della forza a difesa dei deboli, emblema del credo cavalleresco.

Quindi, questo è un buon libro?

In realtà si. Le critiche sono dipese principalmente dalla (in parte) fuorviante presentazione. Questo libro è una fiabesca reinterpretazione cavalleresca di alcune tradizionali storie zen.

Letto in quest’ottica, questo libro è davvero bello. Molto consigliato a chi si entusiasma di fronte alle parole “cavaliere” e “zen”. Un po’ meno a chi di storie zen ne ha già lette tante, anche se la trasposizione in una nuova forma a mio avviso le rende comunque interessanti.

Ho molto apprezzato la copertina: bella la grafica, bella la scelta del tessuto per il rivestimento. Ottima la leggibilità: la dimensione del carattere fa pensare che il libro vuole arrivare anche a un pubblico giovane. Buona la struttura concettuale: raramente forzata, sempre facile da seguire.

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Pubblicato da AboutART

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